In un afoso pomeriggio d'estate un gruppo di lavoranti stagionali, in prevalenza africani, raccoglie il grano. Antonio, dal giardino della casa padronale, li osserva con l'occhio di un entomologo. La moglie vaga da una stanza all'altra spinta dalla memoria di alcuni versi che le rievocano un amore nascente. La figlia piú piccola, toccata dai primi turbamenti, corre nei boschi. Il nonno, infermo nel suo grande letto, esplora l'immobilità della vecchiaia, mentre la zia si aggira nei dintorni alla ricerca di un amore perduto. Nella grande casa ognuno è solo. Solo per i giovani africani, dopo il lavoro, c'è un momento di piena vitalità mentre danzano sulla riva del fiume.