Un presunto assassino sta per essere condannato a morte in base alla deposizione di un testimone assolutamente convinto della infallibilità del proprio orologio. Ma quando si accorge che l'orologio, come tutte le cose umane, è soggetto ad errori e difetti, il testimone si affretta a rimangiare la deposizione ed a battersi perché l'imputato venga assolto. Questi viene infatti prosciolto dall'accusa e rimesso in libertà ma, benché la vita gli sia facile, allietata anche dall'amore di una ragazza, l'uomo non è felice; la sua coscienza gli rimorde e la presenza del testimone che è stato arbitro della sua vita lo ossessiona al punto che si decide a sopprimerlo. Ma non può porre in esecuzione l'insano gesto e dopo una crisi interiore, ritorna spontaneamente in prigione per espiare la propria colpa.