Non è proprio fortunato il povero geometra Giandomenico Fracchia. La sera in cui, dopo aver vinto la timidezza, riesce a portare al cinema e a cena la signorina Corvino, segretaria del direttore, che ama in silenzio da sempre, ecco che viene arrestato prima dalla polizia, poi dalla DIGOS, infine dai Carabinieri il motivo è la sua perfetta somiglianza con un famigerato bandito detto "la belva umana". Per evitare altri inconvenienti; gli viene assegnato un lasciapassare, ma, appena torna a casa; Fracchia trova ad attenderlo proprio la "belva umana" in persona. Questi lo minaccia, gli toglie il lasciapassare e circola liberamente; facendo a turno con l'atterrito e balbettante geometra. Da qui si dipanano gli inevitabili equivoci, che vedono la belva partecipare alla vita di ufficio di Fracchia; e quest'ultimo guidare l'assalto ad una banca. Finché, al momento di andare a far visita in clinica alla petulante madre della "belva", i due si trovano coinvolti nello stesso agguato delle forze dell'ordine, e dopo rincorse e spari vengono uccisi, uno dalla polizia e l'altro dai carabinieri. Si ritrovano insieme in cielo, dove al cospetto di Dio vengono giudicati e, suprema beffa, per il malvagio criminale (che ha ancora in tasca il lasciapassare) c'è il paradiso, per l'eterna vittima Fracchia (scambiato per la "bestia") c'è l'inferno.