Nord Europa, fine '800. In una sperduta località si erge su un colle un'inespugnabile fortezza dove è rinchiuso un solo prigioniero, e destinata ad essere rasa al suolo alla morte dell'uomo che nessuno da anni avvicina. Alla fortezza arriva Eugenio, il nuovo capitano della guarnigione, insieme alla moglie Adele e al figlioletto Ottaviano. Adele, giovane donna di estrazione borghese, ama suonare il pianoforte. Un giorno si sente una melodia di violino: arriva dalla cella del prigioniero, é lui a suonare con insospettata sensibilità. Ben presto in Adele qualcosa cambia in modo repentino ed irreversibile. La donna è infatti catturata da quella musica e, rispondendo con il suo pianoforte alla melodia del violino, partecipa al ridestato rapporto tra il prigioniero e il mondo esterno. Questo strano duetto a distanza finisce per sconvolgere il piccolo Ottavio, che vede la mamma assente, e anche il capitano che scopre di essere a sua volta un tipo solitario e poco socievole. Adele si ammala gravemente. Il dottore non può intervenire con alcuna cura. Adele si è consumata lentamente nel suo progressivo isolamento e muore. Eugenio a questo punto fa aprire la cella: anche il prigioniero è morto. Come prescritto, il giorno dopo, la fortezza viene fatta saltare. Al momento della partenza, il capitano scrive al proprio comandante: "Mi chiedo se ci sia per noi una vita là fuori".