Tra i ragazzi di Longeverne e i ragazzi di Velrans c'è un'accanita rivalità. Si sfidano in vari scherzi e battaglie che finiscono sempre con la perdita dei bottoni dei pantaloni dei perdenti.
Mentre i genitori sono ai grandi magazzini, Tiennot dimentica il fratellino Bébert nella carrozza di coda del treno e il vagone viene staccato dal convoglio. Prima di ritrovare la sua famiglia Bébert seminerà lo scompiglio
Proprietario di cento ettari di buona terra, Alexandre non ha un attimo di pace dalla mattina alla sera: arare, sarchiare, innestare, mungere, piantar pali e raccogliere zucche. E' sempre comandato a bacchetta, lei presente o via radio, da una moglie autoritaria e inflessibile. Un incidente d'auto, in cui la donna muore, gli ridà la libertà: Alexandre può finalmente lasciare che tutto vada in malora e dormire. A portargli il mangiare - su quel letto da cui non ha nessuna voglia di alzarsi - c'è Gaspare, un cane di intelligenza superiore, che fa ogni giorno la spola, col cestello tra i denti, dal negozio di alimentari al giaciglio del padrone. Quel dormire, quel disprezzo per il lavoro, quel lasciare che cento ettari di buona terra si coprano di erbacce, mandano in bestia l'attivo Stanghetta, grande lavoratore. Però, tutti i suoi tentativi di far scendere Alexandre dal materasso falliscono miseramente: non è servita nemmeno la banda del paese, che per tutta una notte ha suonato sotto la finestre del dormiglione. Finalmente la giusta trovata: Gaspare, andato come sempre a far la spesa, un bel giorno non torna a casa; Stanghetta lo ha sequestrato. Alexandre scende dal letto, si rifà vivo: ma invece di lavorare, preferisce andarsene a pesca delle trote. Ed ecco che un'astuta ragazza, Anna, unica - per la stessa gran voglia di dormire - ad avere difeso Alexandre, - mirando alle sue ricchezze - risveglia nell'uomo il desiderio di avere una moglie. Ha un bel latrare, Gaspare, per avvisarlo dell'errore che sta per commettere: Alexandre decide di condurre Anna all'altare. Per sua fortuna, però, riesce a capire in tempo che con lei tutto sarebbe di nuovo come con la consorte defunta e, abbandonatala, se ne va, definitivamente, libero per i campi.