1887. D'Annunzio č a Roma, marito e padre annoiato, con la prospettiva di un altro figlio in arrivo. Megalomane e candidamente squattrinato, passa senza apparente impegno da una cittā all'altra: giornalista, cronista mondano, saggista, critico d'arte, scrittore di opere trasgressive e scandalistiche, da un editore a un altro, dall'uno all'altro salotto. Sempre compėto ed elegante, affascina le nobildonne come le borghesi-bene insoddisfatte, con le sue maniere seducenti e il suo parlare levigato. Con una di queste donne, Elvira Fraternali Leoni, intesse un rapporto, all'inizio pieno di passione, in seguito sempre pių di routine, fino a stancare la donna, che, pur essendosi privata per lui del marito e della sicurezza economica, lo abbandona in modo inatteso nella camera di una squallida locanda dei Castelli Romani, goffamente gabbato nella sua presunzione di irresistibile insostituibile "dandy".