La vita di Christine de Pizan, italiana cresciuta alla corte di Carlo V di Francia fra stimoli culturali di ogni sorta e poi abbandonata al suo destino assieme ai figli Marie e Jean dopo la morte del Re Saggio. Quando si vede rifiutata ospitalità dalle corti nobiliari più vicine, Christine si addentra negli umili quartieri parigini, dove trova la caritatevole ospitalità della lavandaia Thérèse e del menestrello Charleton. Quest'ultimo, un cantore ubriacone che suona il liuto e decanta versi licenziosi nelle taverne, si accorge della naturale propensione di Christine per la rima baciata e comincia a farsi comporre da lei dei versi per le sue esibizioni. Alle quali partecipa anche il prelato Jean de Gerson che, incuriosito dalla raffinatezza delle parole, desidera scoprirne la sorgente ed entra in contatto con Christine, proponendole nuove letture e incoraggiandola al poetare. I suoi toni, assieme raffinati e popolari, lirici e denigratori nei confronti di nobili e potenti, attirano però le ire del vacuo e vate poeta Gontier e degli organi di giustizia.