Il ragazzino catalano Tete ha due crucci: come "anxaneta" (punta estrema del "castel", la piramide romana del folklore locale), di non riuscire mai a raggiungere la sommità della suggestiva costruzione vivente; come fratello maggiore, di vedersi spodestato dal neonato che polarizza l'attenzione ed il seno della mamma. L'ossessione per questa edipica forma anatomica porta il piccolo a circuire la ballerina francese di un circo, Estrellita, di cui ha scorto lo splendido attributo che lo ossessiona e che vorrebbe possedere in esclusiva. La donna, commossa dal suo edipico ardore, e dal regalo della sua rana, lo inonda col suo latte. Ma Tete deve rivaleggiare con Miquel, un'acerbo elettricista, cantore di flamenco che prova la scossa quando sfiora la donna e la corteggia cantandole "coplas" appassionate. Tra i due rivali c'è l'incomodo del marito, l'artista petomane francese Maurice la cui abilità amatoria non è pari a quella rumoristica. Quando l'amico del cuore di Miquel, Stallone, un gigante tonto, cade da un ponte con la sua moto e muore, Estrellita, che è ossessionata dall'odore dei piedi e dalle lacrime altrui, non resiste né alle lacrime per l'amico defunto del giovane né all'afrore che promana dalle sue estremità inferiori, e finisce per cedergli, nonostante l'opposizione vana di Maurice che è costretto a seppellire nella sabbia la baguette con cui è ridotto a celebrare gli ultimi sprazi d'erotismo con Estrellita. Mentre Tete, riuscito finalmente a scalare il "castel", ha una visione in cui sia Estrellita che la madre lo allattano, Miquel, partecipa, vestito da angelo show con Estrellita e Maurice, divenendo in pratica il cicisbeo ufficiale della donna.