Dopo aver convinto il produttore che avrebbe girato un western marxista con Gian Maria Volontè, Godard realizza una sorta di manifesto rivoluzionario in due atti: nel primo si assiste ad un dibattito politico al quale partecipano membri della troupe e la seconda parte si presenta come un autocritica alla prima, dichiarando che anche il cinema progressista può essere hollywoodiano.