Rimasto improvvisamente vedovo, Duncombe, console britannico a Firenze si trova impreparato a risolvere i problemi relativi ai due figli, Milo di quattro anni ed Andrea di otto. A questo stato di cose crede di poter rimediare in qualche modo assumendo un'austera governante, trattando da persona adulta il figlio maggiore, al quale bruscamente comunica la morte della mamma, e vezzeggiando il pił piccolo, Andrea, costretto da tale atteggiamento a rinchiudersi in se stesso, mentre sente vivissimo il dolore per la morte della mamma e ne coltiva l'affetto con mille nascoste manifestazioni, si abbandona alle monellerie tipiche della sua etą, guadagnandosi una serie di rimbrotti che lo feriscono ancor di pił mentre di ogni piccolo incidente il vivace Milo appare sempre come la vittima del fratello. Dell'errato atteggiamento del console si accorge soltanto suo fratello Will, che lo invita a trattare con maggiore benevolenza il figlio maggiore. Ma Duncombe, dopo avere promesso ad Andrea di condurlo con sč a Roma, per un'ennesima incomprensione, lo castiga. Il ragazzo, turbatissimo, ripete un suo abituale gioco pericoloso e si ferisce mortalmente.