In Sicilia nel 1953, Joe Morelli, un modesto truffatore, gira col suo furgone e la sua cinepresa a nome della Universalia Cinematografica a far provini alla gente dei pittoreschi borghi che inganna con la speranza di un futuro di gloria e ricchezza. Tutti sono contagiati e il più disparato campionario di umanità si presenta al "talent scout": una madre gli offre i suoi intimi servigi per sponsorizzare la figlia diciottenne; un omosessuale, Vito, si confida sul suo dramma; un brigadiere dei carabinieri, Mastropaolo, lo ferma di nascosto per recitare la Divina Commedia tradotta da lui in siciliano; un reduce della guerra di Spagna, che non parla da anni, accetta di recitare; un mafioso, Primo Badalamenti, si confessa davanti alla cinepresa. Tutto si complica quando una trovatella, Beata, desiderosa di fare cinema e diventare la donna di Joe, si introduce nel furgone. Truffato da due sedicenti nobili, Morelli ritrova il furgone grazie a Beata, che si finge sua fidanzata. Poi Joe seduce la giovane e la porta con sé, ma il brigadiere, ora maresciallo, lo arresta per truffa: non solo non ha nulla a che fare con la Universalia, ma usa persino pellicola scaduta per le riprese. La camionetta che lo scorta in galera fa una sosta, e i carabinieri lo lasciano temporaneamente nelle mani di alcuni mafiosi ad un funerale, che lo pestano a sangue, prima che vada in prigione. Uscito dopo due anni ritrova il suo furgone e cerca Beata: dopo affannose ricerche, finalmente la ritrova, folle, in un manicomio. Nel viaggio di ritorno a Roma Joe è assillato dal ricordo delle gente comune che ha affidato a lui i suoi sogni e che lui ha ingannato.