Alla vigilia di vestire l'abito talare, un aitante giovanotto, figlio di povera gente, lascia il seminario poiché l'incapacità di parlare normalmente - conseguenza di un trauma - gli vieta di farsi prete. Grazie a una raccomandazione del suo confessore egli viene assunto dalla baronessa Bezzi come autista di famiglia nonché infermiere dell'adolescente Parsifal, il figlio della nobildonna costretto in carrozzella da un'infermità alle gambe. Da assistente e amico del ragazzo, l'ex seminarista diviene ben presto amante della baronessa (il cui consorte già estromesso dall'amministrazione del patrimonio familiare si uccide), ma disdegna invece le offerte della giovane sorella di Parsifal. Poiché uno specialista di Tolosa potrebbe forse ridargli la parola, egli convince la baronessa a inviarlo a Lourdes come accompagnatore del figlio, che solo un miracolo ormai potrebbe guarire. In treno i due conoscono una bella e pia signorina, in viaggio per Lourdes con la nonna: Parsifal le si affeziona, l'ex seminarista invece, una volta in albergo, la possiede poiché ha intuito che il suo misticismo cela una sessualità insoddisfatta. Parsifal reagisce e il giovane lo getta dalle scale provocandone la morte. Il trauma dell'assassinio gli ridà la parola, della quale fa uso di fronte agli astanti per gridare al miracolo.