Buenos Aires, anni '70. La giovane Soledad, che fa la tassista, un giorno decide di piantare tutto, ruba il taxi e comincia a guidare senza meta verso il sud dell'Argentina. Arriva in Patagonia, cade in preda ad un colpo di sonno, non si accorge che la strada si interrompe e ha un incidente. In cerca di aiuto, arriva in un villaggio sperduto dove i pochi abitanti vivono in una condizione di isolamento perenne. La loro unica forma di comunicazione con il mondo esterno è il cinema: in una malandata sala assistono alla proiezione di vecchi film su pellicole ormai consumate e ridotte a brandelli, inviate lì proprio perché quasi inutilizzabili. Capita anche che i rulli siano invertiti e che le storie vengano viste al contrario. Fermatasi in paese, Soledad si innamora di Pedro, che per passione si è autoproclamato critico cinematografico ufficiale. Ma parlare in modo logico con lui è impresa difficilissima. L'unica persona con cui Soledad riesce a colloquiare è Maria, una straniera proprietaria dell'unica locanda. Per far tacere le malelingue Pedro e Soledad si sposano. Poi il vecchio Antonio va in città a vendere prodotti: è il 20 marzo 1976 e scoppia il golpe militare. Nel paesino sperduto invece, incredibilmente, arriva un giorno Edgar Wexley, l'attore eroe di tante pellicole. Edgar è triste, dice che ha fallito nel suo lavoro, Maria però lo circuisce e lo seduce. Il giorno in cui giungono gli inviati della televisione, Soledad e Pedro lasciano il paese. Soledad dice di sperare che il cinema continui a proiettare. Maria appoggiata al biliardo della locanda guarda fuori.