Julien Tavernier viene indotto dalla sua amante, moglie del suo principale, Simon Caralà, ad uccidere quest'ultimo. Egli prepara minuziosamente il delitto, disponendo le cose in modo che la polizia sia indotta a credere ad un suicidio; ma quando sta per uscire dall'edificio, in cui ha compiuto il crimine, s'accorge che dalla ringhiera di un terrazzino pende ancora la corda, della quale si è servito per entrare nell'ufficio della vittima predestinata, posto al piano superiore. Per eliminare questa prova, che potrebbe essergli fatale, entra nell'ascensore, ma in quel punto viene tolta la corrente ed egli resta chiuso, come in una gabbia, dalla quale potrà uscire solo all'alba. L'amante, non vedendolo giungere all'appuntamento, lo cerca in preda all'ansietà, finchè cade nelle mani della polizia, che ha fatto una retata di gente equivoca. Intanto l'automobile di Julien, rimasta incustodita, viene usata da Louis, un esemplare della gioventù bruciata, che se ne serve per portare in giro la sua amica Veronique. I due giovani passano la notte in un albergo, e Louis, che aveva dato le generalità di Julien, non esita ad uccidere due turisti tedeschi, cui aveva tentato di rubare l'auto. Del delitto viene naturalmente incolpato Julien, il quale, quando al mattino può uscire, non visto, dall'ascensore, trova la sua fotografia sui giornali. Condotto alla polizia, respinge l'accusa, ma non può presentare un valido alibi. L'amante interviene in sua difesa e trova il vero assassino; ma la polizia ha scoperto tutta la verità sui due delitti, e i colpevoli dovranno pagare il loro debito alla giustizia.