PRIMO EPISODIO - PAROLE Kiril, un giovane monaco macedone che vive in un disastrato monastero sperduto fra le alture rocciose della Macedonia, a picco sul mare, si trova a dover nascondere una ragazza albanese atterrita, Zamira, di cui non riesce neppure a capire la lingua. L'indomani un gruppo di scalmanati irrompe nel monastero alla ricerca della ragazza, la quale - dicono - ha ucciso un loro fratello. Riuscite inutili le ricerche, la presenza della ragazza viene però scoperta dai monaci. Il pur comprensivo padre abate è costretto a dimettere Kiril, che si avvia verso il mare per mettere in salvo Zamira. Ma il tentativo non gli riesce.
SECONDO EPISODIO - VOLTI Anne, photo-editor in un'importante agenzia di Londra, è inorridita dalle atrocità della guerra che ha modo di osservare attraverso i raccapriccianti reportage fotografici che le arrivano ogni giorno. Anche la sua vita privata è incerta e combattuta. Da un lato c'è Nick, un marito rassicurante e fedele, ma poco espansivo; dall'altro Alexander, un fotografo di guerra temerario e utopico, sempre in viaggio, a caccia di foto drammatiche e impressionanti, che l'affascina. Un'inattesa sparatoria nel ristorante londinese, in cui casualmente muore Nick, pone fine tragicamente al suo conflitto interiore.
TERZO EPISODIO - FOTOGRAFIE Alexander, lacerato da un senso di colpa per certe sue foto particolarmente crude, che gli danno l'impressione di aver lui stesso ucciso col suo implacabile obiettivo uomini come lui, decide di cercare pace e oblio in Macedonia, nel villaggio natio del quale gli è rimasto un ricordo idillico. Scopre, però, che l'odio e la guerra insensata non hanno risparmiato neppure quell'angolo ignorato della sua terra, e che gli albanesi, con i quali è vissuto amichevolmente nei suoi anni verdi, sono ora considerati nemici. Quando Hana, una giovane albanese da lui amata da bambino, residente in un villaggio vicino, gli chiede aiuto per proteggere la figlia Zamira, ingiustamente accusata d'omicidio. Alexander non può esimersi dal prendere a sua volta le armi per reagire al conflitto etnico, finora oggetto della sua passione di fotografo, e muore per difendere Zamira.