Nel 1939, in un piccolo paese della provincia Toscana fervono i preparativi per l'arrivo del Duce, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede dell'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, voluta da Danilo Giorgini, segretario del Fascio locale, che già se ne pavoneggia per il compiacimento gerarchico che si ripromette di ottenere dal capo. Mentre la filarmonica del luogo si prepara a eseguire in onore dell'illustre ospite "La Gazza ladra" di Rossini, uno dei suoi componenti, alquanto in ritardo, si affretta la sera a raggiungere il teatro dove si svolgono le prove, accompagnato dal suo cane. Ad un tratto la bestia si mette ad abbaiare e scompare nel buio. Ripetutamente richiamato dal padrone, il cane ricompare con in bocca qualcosa d'informe: presumibilmente i resti di un feto umano. La sola idea di un tale macabro fattaccio, nell'imminenza dell'inaugurazione dell'OMNI, sconvolge i notabili del paese, subito convocati: viene deciso il silenzio assoluto per tutta la settimana su quell'oscuro crimine che guasterebbe l'atteso evento. Ma nel giro di poche ore il "tam-tam" paesano ha messo tutti al corrente dell'accaduto: è urgente trovare un colpevole, tanto più urgente perché è sceso all'Albergo Roma in gran segreto un misterioso personaggio, certamente incaricato d'indagare dopo tanto vociferare.