Ad un appuntamento con la ballerina francese Jacqueline Cousteau, nell'appartamento di lei, il giovane pittore olandese Jan, già minatore nella zona di Eindhoven, lancia distrattamente il soprabito sopra il cadavere della giovane, disteso su di un divano e approssimativamente dissimulato da qualche tendaggio, e dopo aver trovato sul pavimento una mazzetta da 1000 sterline, è subito raggiunto da uomini della branca londinese di Scotland Yard, messi sull'avviso da una telefonata giunta dal posto. Jan viene sottoposto dall'ispettore Morgan ad un lungo e paziente interrogatorio, in cui narra le circostanze della sua conoscenza con Jacqueline: dal primo colloquio in una galleria d'arte, sino ai più intimi, ma anche burrascosi, incontri avvenuti nel suo piccolo atelier-domicilio. La perizia medica ha appurato che il decesso è avvenuto a causa di uno shock; non certo un crimine così grave da richiedere la contemporanea presenza di due alti funzionari. Eppure oltre ad essere stato affiancato dall'ambizioso Westover, l'ispettore Morgan è stato blandito, anche con promesse di rapida promozione, dal "grande capo" affinché risolva senza troppo rumore il caso, naturalmente indirizzando le indagini sul malcapitato artista. Si vorrebbe lasciar fuori dalle indagini sir Fenton, astro nascente del Foreign Office britannico, i cui rapporti con la ballerina sono comprovati da diversi assegni spiccati in suo favore. Morgan decide allora di farsi accompagnare da Jan (col quale, la comune estrazione proletaria, è venuta a creare un'istintiva intesa) all'aeroporto dove il diplomatico è di ritorno da una missione in Germania. Sul luogo, il pittore riconosce in lady Fenton la sua Jacqueline, di cui, pure, aveva creduto di vedere il cadavere. Alla centrale, la donna, dopo aver protestato di non conoscere assolutamente Jan, in un soprassalto di tenerezza per le ingenue dichiarazioni d'amore del giovane si tradirà ammettendo i suoi intrighi per togliere di mezzo la sua rivale.