Il terrore regna nella città di Dusseldorf. Un "mostro" inafferrabile ha già ucciso molte bambine senza che la polizia abbia ancora potuto interrompere la tragica serie di delitti. La caccia al criminale è condotta sia dalla polizia che dalla potente organizzazione dei ladri della città, che vede nei delitti, e nel conseguente aumento della vigilanza e degli arresti, una seria minaccia alla propria vitalità. Grazie ad una capillare rete di vigilanza, tesa in tutta al città con il concorso dei ladri e dei mendicanti, l' organizzazione della malavita riesce a scoprire un tenue indizio: il "mostro", nell' avvicinare le sue vittime fischietta un macabro motivo. Ben presto il criminale è individuato da un giovane adepto dell' organizzazione che, urtando l' assassino, lo segna con una grossa "M" di gesso sulle spalle. L' uomo s' accorge di essere braccato e cerca scampo in una fabbrica, nella quale però rimane rinserrato. Scesa la notte, i più abili scassinatori penetrano nella fabbrica, la rovistano da cima a fondo, s' impadroniscono del giovane paranoico e mentre giunge la polizia lo conducono lontano, nel grande sotterraneo dove si è radunato il tribunale della malavita. Qui l' assassino, di fronte alle implacabili accuse, si difende istericamente, narrando in modo drammatico come a spingerlo ai turpi delitti sia una forza malvagia ed incontrollabile che opera dentro di lui. La sua difesa è però inutile: il tribunale della malavita emette la condanna a morte e sta per eseguirla, quando la polizia irrompe nel sotterraneo. Seguendo a sua volta l' esile traccia, è riuscita ad identificare il "mostro" ed a sottrarlo, all' ultimo momento, ad un linciaggio. Sarà la giustizia ufficiale a giudicarlo.